L’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), approccio che integro al percorso terapeutico, è un metodo psicoterapico innovativo e potente usato esclusivamente da esperti del settore.
Come funziona l'EMDR?
Il terapeuta guida i pazienti ad accedere a esperienze passate che sono alla base di problematiche attuali.
Negli ultimi anni diverse ricerche neurobiologiche, utilizzando le neuroimmagini, hanno documentato come l’ EMDR modifichi concretamente le reti neurali e le aree cerebrali.
Altri studi svolti con l’ausilio di elettroencefalogramma (EEG) ci vengono in aiuto per comprendere in che modo funziona l’EMDR: dai tracciati EEG si evidenzia come i meccanismi di elaborazione del trauma siano sovrapponibili a ciò che avviene alle informazioni che elaboriamo durante il sonno.
In particolare, sembra che la stimolazione bilaterale riproduca le condizioni fisiologiche del sonno non-REM. Per questo il nostro corpo riconosce velocemente ed esegue con naturalezza i movimenti oculari guidati dal terapeuta.
Cosa accade alla mente quando stimolata con l’EMDR ?
La mente sarà stimolata a mettere in campo le proprie risorse e ad attivare il naturale processo di autoguarigione che le appartiene. Per alcune tipologie di eventi il sistema di riparazione della mente resta bloccato, congelato, lasciando quel trauma/i non risolto e intrappolando il soggetto in un circolo vizioso di pensieri, emozioni e sensazioni corporee disturbanti e invalidanti. L’EMDR permette ai ricordi traumatici (individuati nella fase inziale del trattamento insieme al terapeuta) di essere “riprocessati” e progressivamente trasformati da esperienze prevalentemente emotive (con tutta l’attivazione corporea e sintomatologica che comporta) a esperienze più “cognitive”, cioè pensabili e comprensibili, ma soprattutto più gestibili emotivamente.
Per quali disturbi viene utilizzato l’EMDR ?
Iniziata a praticare negli Strati Uniti circa trent’anni fa, era una tecnica raccomandata prevalentemente per il trattamento del Disturbo Post Traumatico da Stress, ma negli anni ha ricevuto abbondanti supporti clinici coinvolgendo psicoterapeuti, ricercatori della salute mentale e neurofisiologi, che ne hanno dimostrato l’efficacia nel trattamento di qualunque disfunzione che possa essere legata ad esperienze stressanti e/o traumatiche.Numerose pubblicazioni scientifiche ne documentano l’efficacia nel trattamento di numerose psicopatologie inclusi la depressione, l’ansia, le fobie, il lutto acuto, i sintomi somatici e le dipendenze.
Tra i sintomi che riconosciamo conseguenti a un trauma ci sono pensieri intrusivi, incubi, bassa concentrazione, difficoltà mnestiche, ansia, ipervigilanza rispetto a certi stimoli, sensazioni di torpore, come di essere “in una bolla”, evitamento di ciò che si ricorda o di ciò che è in assonanza con l’evento traumatico. Ci sono però tante altre manifestazioni di disagio che, anche se hanno un minore impatto nell’immediato, sono ugualmente invalidanti come le sensazioni di insicurezza, la mancanza di autostima, le colpevolizzazioni, attacchi di panico, ansie di diversa natura.