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“Il dubbio é l’inizio della conoscenza”

Cartesio

Il fenomeno dell’isolamento di adolescenti e giovani adulti ha radici ha molto profonde ed è di difficile comprensione.
Per aiutare i ragazzi a uscire da questa forma di disagio molto importante e spesso invalidante per la loro vita, per i loro progetti, per la realizzazione di una vita relazionale piena, è fondamentale non rimanere in superficie e non dare letture semplicistiche e banali della loro sofferenza, anche se per molti di loro non è corretto definirla in questo modo. Alcuni percepiscono il disagio della solitudine, altri invece ne parlano come la soluzione ai loro problemi, per cui la fonte della sofferenza non è l’isolamento, ma privarli di questa possibilità.

Sentiamo spesso accusare questi ragazzi di essere viziati, pigri, paurosi, troppo fragili; Oppure dall’altra parte sentiamo genitori che si colpevolizzano e si chiedono continuamente in cosa hanno sbagliato, magari dovevano cambiare scuola, dovevano essere più duri o più flessibili e così via..

Tutte queste sono spiegazioni che tendono a semplificare un sentire che è molto più complesso.
I fattori che entrano in gioco sono davvero tanti. La letteratura a riguardo parla di fattori personali, sociali, relazionali e familiari. Ci sono fattori familiari, ma non solo e soprattutto sono da leggere insieme a tutti gli altri aspetti. Per questo parliamo di una interpretazione complessa e sistemica del fenomeno.

IL primo passaggio importante è proprio la COMPRENSIONE di ciò che sta accadendo e, soprattutto, di ciò che è accaduto nella storia di quel ragazzo, di quella ragazza. Senza questo non è possibile  un intervento realmente efficace, un supporto reale a quel ragazzo/ a e a quella famiglia. 

In che modo tutti questi fattori (personali, sociali, relazionali e familiari) si sono intrecciati tanto da innescare un così profondo bisogno di solitudine. Negli incontri che proponiamo proveremo a capirlo in termini generali, ma poi sarà necessario che si comprendano nella specificità della storia di ogni ragazzo, ragazza.  

Solo la comprensione profonda permetterà  ai genitori di sintonizzarsi con lo stato emotivo del proprio figlio della propria figlia, all’insegnante di pensare a un approccio specifico per entrare in relazione con il proprio allievo e sostenerlo nei momenti difficili.

il fenomeno dell’isolamento sociale volontario non si esprime solo con una completa chiusura
prolungata nella propria stanza, ma è un disagio che inizia molto prima, anni prima.

Cercheremo di capire insieme i segnali di richiesta di aiuto che vengono inviati dai ragazzi e che purtroppo vengono sottovalutati, non solo dai genitori (che non sono specialisti) ma anche da figure professionali che potrebbero intervenire molto prima e soprattutto con interventi mirati.

In letteratura si legge che i primi segnali possono essere colti già negli ultimi anni della scuola  primaria,  sicuramente durante la scuola secondaria di primo grado, fino a diventare evidente e “invalidante” durante gli anni  della scuola secondaria o addirittura ai primi anni dell’università. Tutto ciò è confermato sempre nella ricostruzione della storia clinica dei ragazzi e delle ragazze in isolamento volontario.

Lo scopo di questi incontri è proprio quello di fornire degli strumenti di lettura agli adulti e ai professionisti che incontrano precocemente bambini, preadolescenti e adolescenti e permettere loro di cogliere segnali di disagio importanti nell’area dell’isolamento e che spesso vengono sottostimati.

Avere degli strumenti di lettura permette di prevenire l’aggravarsi del disagio, scopo fondamentale della nostra Associazione.

La richiesta “inconsapevole” di aiuto, che si presenta sotto forma di isolamento, potrebbe non riguardare solo il ragazzo, la ragazza, ma anche il suo nucleo familiare. Che vi siano o vi siano stati momenti di sofferenza e di difficoltà all’interno del nucleo familiare non è una colpa. La sofferenza non è mai
una colpa, e spesso i bambini e i ragazzi si fanno “portavoce” di una sofferenza familiare anche inconsapevole da parte degli adulti di quel sistema.

Per questo e per molti altri motivi, che approfondiremo insieme, è fondamentale la disponibilità dei genitori a coinvolgersi nel percorso di riflessione dei propri figli e spesso devono essere i primi a farlo, per essere seguiti in seguito dai figli.

L’incontro che proporremo come Equipe Campania dell’Associazione Hikikomori Italia è rivolto ai genitori che si interrogano sul comportamento dei propri figli, ma anche a figure professionali sanitarie e sociali e a insegnanti che sono a stretto contatto con  preadolescenti e adolescenti  che potrebbero cogliere i primi segnali di disagio. Sarà presentata la proposta di intervento dell’Associazione.

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